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Il futuro deve tornare nel nostro lessico quotidiano, nel dibattito pubblico e nella nostra strumentazione di progettisti, non come parola vuota o mantra, ma nel senso etimologico del termine di coloro che "gettano in avanti". Dobbiamo reimpadronirci della capacità di progettare futuro a partire dall'attivazione di un diverso presente dei luoghi che abitiamo. La costruzione del futuro come esito consapevole delle nostre azioni collettive capaci di modificare il presente che non ci piace poiché produrrebbe il futuro che non vogliamo. Questo è un libro dedicato a chi non si accontenta di essere postumo e vuole costruire un futuro come genesi creativa e responsabile del presente possibile. Un futuro più consapevole e lungimirante, più sensibile alla bellezza e ai diritti, più equo e sicuro, ma soprattutto più irresistibilmente seducente e attraente. In "Futuro" viene raccontata l'Italia mediana che non si arrende, un Sud che resiste e innova, città siciliane pregne di comunità resilienti, università aperte che tornano a formare persone libere e arcipelaghi creativi che non accettano un presente in declino ma agiscono per aprire le porte all'adiacente possibile, una sorta di futuro ombra, più interessante, più felice, che aleggia ai margini o negli interstizi dello stato attuale delle cose.